Chiesa Parrocchiale
di Roccabianca Testi di Fabio Briganti |
Le Cappelle Poco profonde con arco a tutto sesto intervallate da lesene, con colonne in finto marmo scuro, secondo una consuetudine dei paesi rivieraschi e vari sfondini in origine affrescati oppure occupati da telette (G.Godi). Gli ultimi restauri, eseguiti nel 1997-98, hanno permesso di ripristinare i passaggi laterali che, se pur privi di decorazione, contribuiscono ad alleggerire la struttura dell'impianto. VASCA BATTESIMALE (prima cappella a sinistra di chi entra) in marmo chiaro, scolpito con un vigoroso leone rampante, appunto l'animale araldico di Pier Maria. In origine la Vasca era posta nella parete a destra dell'ingresso, ove attualmente trovasi la statua di San Bernardo degli Uberti. Giulio Rangoni non vide finire la sua opera ma potè farlo la moglie, Lucia Scotti, erede della potente dinastia piacentina, di lei vi è una splendida testimonianza in una LAPIDE (sempre nella prima cappella di sinistra) fortunosamente ritrovata nel'agosto 2002. Di quest'oggetto, esposta nella cappella del battistero, non abbiamo purtroppo nessuna testimonianza. E' in marmo nero del Belgio con lettere capitali magistralmente scolpite. Il materiale utilizzato fa pensare ad un suo uso come lapide sepolcrale, così come la fantasia vi vede un ricordo delle battaglie sostenute nelle Fiandre dal marito. Il problema di un cimitero nei pressi della Chiesa è lungi dall'essere risolto, sicuramente le due parrocchie mantennero inizialmente il loro, ma già nel 1630 quello di Arzenoldo era usato per casi eccezionali come i morti infettati dalla peste, che non potevano essere sepolti nel paese. Inoltre, per sicuro, un Rangoni, Guido IV, fu sepolto a Roccabianca nel 1696 ^ torna all'inizio ^ S.ANTONIO DA PADOVA (1195 - 1231) (prima cappella a destra di chi entra) La Cappella dedicata a S. Antonio, la cui universale e costante devozione, l'ha preservata intatta fino a noi. Questa statua meriterebbe uno studio critico attento: il secolo si apriva con il grande Giubileo imperniato sui temi della penitenza e della pietà con processioni sacre di Confraternite e Misteri. Sembra di cogliere questi stessi temi nell'espressione accentuata del Bambino nell'atteggiamento estatico del Santo. Tutti gli altri simulacri sono in "cartone romano". Tramontata la dinastia dei Farnese (e di lì a poco , nel 1762, quella dei Rangoni per cui Roccabianca tornò ai Pallavicini), ascendono al trono di Parma i Borbone: era era il 14 Settembre 1731. A questa famiglia e in particolare ad un suo rappresentante, DON FERDINANDO (1751 - 1802) nonchè ad un sacerdote, DON GIACOMO MINGHETTI (1795 - 1827) primo Parroco di Roccabianca, si ascrivono le ultime glorie dell'edificio. Così si deve al Duca di Parma la splendida cornice del "Martirio di San Bartolomeo" posta sopra all'altare maggiore (vedi pagina "Altare") ^ torna all'inizio ^ S.CUORE (seconda cappella a destra di chi entra) Quì sotto l'altare troviamo la statua del "Cristo morto". ^ torna all'inizio ^ SAN MICHELE (terza cappella a destra di chi entra) ..............". ^ torna all'inizio ^ |
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